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Religo

“Per te un posto in Paradiso non c’è. Ricorda.”
Circa quattro anni fa ho assistito a questa maledizione, scagliata contro Sergio da un giovane prete in una chiesa vicino Roma.
Sergio appartiene ad uno dei 30 gruppi LGBTQ+ credenti presenti in Italia che offrono percorsi spirituali e di accoglienza a tutte le persone con identità sessuali e di genere diverse da quella comunemente accettata.
In quella stanza buia fuori Roma è nato il mio desiderio di indagare la relazione tra fede e omosessualità presente nella Chiesa.
Gli unici tre documenti ecclesiastici ufficiali trattanti l’argomento omosessualità sono targati 1986, 2008 e 2016. In questo lasso di tempo molti ragazzi si sono tolti la vita per il peso del peccato, o hanno subito “ terapie riparative” per curare la loro “condotta intrinsecamente cattiva e disordinata” (come ha definito l’omosessualità l’allora cardinale Ratzinger in un documento sulla pastorale delle persone omosessuali del 1986).
Nessuno studio statistico sulla presenza di LGBTQ+ all’interno della comunità cattolica è stato mai condotto.
Nessuno ha mai parlato dell’altissima percentuale di allontanamenti di fede provocati da questa discriminazione silenziosa.
Parlare di queste vite significa chiamare in causa un Magistero che non ha
ancora gli strumenti necessari per affrontare il problema.
La battaglia per i diritti civili delle comunità omosessuali è oggetto di discussione su tutte le prime pagine dei giornali mondiali, ma nessuno parla di quella per i diritti spirituali.
L’esclusione degli individui di diversa inclinazione sessuale da percorsi spirituali, le scomuniche a preti che decidono di sposare coppie gay, ma anche sacerdoti che guidano pastorali dedicate alle comunità LGBTQ+, e famiglie arcobaleno completamente coinvolte nella vita della loro parrocchia.
Queste e tante altre sono le storie che ho incontrato lungo quattro anni di lavoro.
Questi sono i miei amici.

Note
Il progetto è composto da una mostra foto-multimediale. Grazie all’Ass. Cammini di Speranza che riunisce tutti i gruppi LGBTQ+ cristiani in Italia, ho raccolto materiale fotografico, audio e video, e costruito così un web-reportage dedicato uscito inedito nel 2018 ( www.religo.it )

Biografia

Simone Cerio (b.1983) è un fotografo documentarista italiano, specializzato in visual journalism. Da sempre interessato a linguaggi ibridi, le sue immagini possiedono una narrativa che evidenzia l’importanza della relazione profonda con l’altro. Il filo che lega i suoi lavori è il tema dell’Identità e dei cambiamenti sociali e l’uso di uno storytelling estremamente intimo. Conosciuto soprattutto per la sua ricerca sulle comunità LGBT credenti, intitolata RELIGO, e il lavoro sul tema dell’assistenza sessuale per persone disabili, LOVE GIVERS. Progetti che gli valgono premi internazionali tra cui il Wellcome Photography Prize nella categoria “Hidden Worlds”. Contributor della ONG Emergency dal 2014 e co-fondatore di MOOD Photography, un centro studi di fotografia presso il quale è docente di “Identità e Metodo”, “Visual Journalism” e della masterclass in “Long Term Project”.

http://www.simonecerio.com/my-research/